Ecco dove sono intervenuti gli esimi professori. -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-
La revisione di spesa attuata dal governo mette in crisi la maggioranza mentre Province e Regioni e i sindacati sono in rivolta: 26 miliardi di tagli in tre anni, molti dei quali in settori storicamente tutelati dal centrosinistra.
Tecnical prime minister promised no linear cuts... |
Tagli alla sanità, cancellazione quasi immediata di 18 mila posti letto e tagli sui dipendenti statali. sono misure difficili da far mandare giù anche ai governatori e, soprattutto, al sindacato. Che in questa tornata vede il ritorno di un nuovo asse tra Cgil e Uil, pronte allo sciopero generale, e una Cisl che, come i centristi di Casini, cerca di ritagliarsi il ruolo del 'responsabile' sostenitore di quel governo che impone sacrifici per mettere in salvezza il Paese. La sforbiciata al servizio sanitario, invece, mette in serio imbarazzo il Pd: Pier Luigi Bersani la bolla, preoccupato, come una vera e propria "mazzata".
Per la sanità, osserva con un'amara battuta il segretario del Pd, "a Tremonti si aggiunge Monti... ci sono troppi Monti da scalare". E ancora: "Ci sono cose che ci preoccupano molto. I governatori hanno ragione, è gente che pensa, non sono azzeccagarbugli". E loro, i presidenti delle Regioni, proprio non ci stanno. La spending review così come scritta è "insostenibile" avverte il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. E' "un decreto ammazza-Italia" lo bolla il presidente della Puglia, Nichi Vendola mentre il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, azzarda: sono "tagli effettuati ad canis cazzium".