Rassegna stampa online sulla rivolta dei forconi -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-
[RAINEWS24]
New manifestations of indignation yesterday. |
Carburante esaurito e negozi svuotati. La "rivolta dei forconi" blocca la Sicilia.
Continua in Sicilia la "rivolta
dei forconi". Prosegue l'assedio dei Tir su strade e porti, mercati e
raffinerie, mentre i banconi dei negozi si svuotano e i distributori di
carburante restano a secco. In campo almeno fino a venerdì
autotrasportatori e pescatori, operai e agricoltori, braccianti e
disoccupati, tutti uniti contro alcune norme europee, gli alti tassi
delle banche, il lavoro che manca, il Sud penalizzato, le accise delle
raffinerie incassate dallo Stato anziché dalla Regione. Oggi è il terzo
giorno del blocco dei Tir, proclamato dal movimento 'Forza d'urto,
sigla che raccoglie i camionisti aderenti all'Associazione imprese
autotrasportatori siciliani, agricoltori riuniti sotto la sigla di
'Movimento dei forconi' e pescatori. Bloccate anche strade, ferrovie e
porti.
[ANSA.it]
Governo apre a tassisti.
[Corrieire della Sera]
Palermo «Capitale» senza speranza ora impugna i forconi e dà la caccia ai politici Cronaca di un fallimento
Governo apre a tassisti.
Secondo i sindacati di categoria, l'incontro a palazzo Chigi e' stato positivo.
L'incontro con il governo è stato positivo. E' il giudizio dei
sindacati dei tassisti dopo l'incontro a palazzo Chigi in cui, come
riportano le sigle sindacali,"il segretario generale ha assicurato che
le proposte avanzate dai sindacati (alcune delle quali indubbiamente
ragionevoli) saranno valutate collegialmente dal Cdm". ''Vergogna, non
torniamo al lavoro''. I tassisti riuniti a Circo Massimo non hanno
accolto favorevolmente l'invito da parte dei sindacati a riprendere il
servizio dopo l'incontro col governo. Alcuni sindacalisti sono stati
costretti a scendere dal palco tra spintoni e urla. Dopo fischi e
petardi i tassisti hanno bloccato il traffico.
Erano tre i punti 'caldissimi' su cui verte il confronto tra Governo e
tassisti, riconvocati questa mattina a Palazzo Chigi alle 12. No delle
23 sigle sindacali alla competenza dell'Autorita' delle reti sulla
concessione di nuove licenze: per le nuove licenze dovranno essere
sentite le organizzazioni sindacali previo il parere dei sindaci
competenti. No ancora alla extra-territorialita', il titolare dell'auto
bianca potra' esercitare il servizio nel solo comune dove e' stata
rilasciata la licenza. No, infine, alle licenze plurime, secondo i
sindacati dei tassisti, il titolare deve possedere una sola licenza.
Queste le modifiche alla bozza del dl liberalizzazioni, nella parte che
riguarda il servizio di mobilita' urbana, che sono state presentate dal
parlamentino delle auto bianche al Governo e che verranno discusse nel
nuovo incontro odierno.
Gli emendamenti alla bozza di decreto fanno riferimento alla legge
21/92 che regola finora il servizio di mobilita' urbana. Per
l'incremento del numero delle licenze, ove ritenuto necessario, devono
essere ''consultate le organizzazioni sindacali e associazioni di
categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale e previo
assenso dei sindaci interessati''. La possibilita' ai titolari della
licenza di essere sostituiti alla guida da chi ne abbia i requisiti
''non costituisce titolo preferenziale per il rilascio di nuove
licenze''. Anche nella maggiore flessibilita' nell'organizzazione degli
orari di lavoro e nella fissazione delle tariffe e' prevista l'intesa
dei sindaci interessati con le organizzazioni sindacali di categoria
maggiormente rappresentative. Resta per i comuni l'obbligo di
determinare annualmente le tariffe massime e comunque in relazione ai
costi di esercizio.
[Corrieire della Sera]
Palermo «Capitale» senza speranza ora impugna i forconi e dà la caccia ai politici Cronaca di un fallimento
E' iniziata la Rivoluzione! Stanotte tutti i Tir ai presidi!
Gridiamo forte l'indignazione contro una classe politica di nepotisti e
ladroni!
PALERMO - Palermo è fallita. E non per i debiti. Per la mancanza di
prospettive, di speranze. Restano rabbia e dolore, cui un capopopolo
scaltro e disperato ha dato un simbolo: i forconi. Prendiamo il sindaco,
Diego Cammarata, che si è dimesso lunedì scorso. Ha governato per dieci
anni la quinta città italiana, la capitale di un' isola-nazione
conosciuta nel mondo intero, e nessuno se n' è accorto. Sui quotidiani
nazionali finì solo quando Striscia intervistò il dipendente pagato dal
Comune per tenergli la barca. «Il peggior sindaco di tutti i tempi» ha
sentenziato il presidente della Regione, Lombardo. Ma no, Cammarata non è
stato neppure il peggiore. Semplicemente, non è stato. Fu eletto in
quanto famiglio di Micciché, famiglio di Dell' Utri, famiglio di
Berlusconi. « Nuddu ammiscatu cu' nenti » lo definisce un ambulante al
mercato del Capo: il Nulla. Poi ride spalancando la bocca sdentata. La
prima azienda è la Regione: 28 mila dipendenti, precari compresi. La
seconda è il Comune: 19 mila. Un apparato produttivo da Nord Africa,
costi burocratici da Nord Europa. La Palermo del 2012 ha angoli di
bellezza struggente e altri da Terzo Mondo. Impossibile restituire con
le parole l' incanto dei mosaici della Cappella Palatina appena
restaurati; poi esci, entri nei vicoli, e a duecento metri dalla sede
del Parlamento più antico e più pagato al mondo ti inoltri tra le
macerie dei bombardamenti del ' 43, entri in una stalla con
abbeveratoio, biada e tutto, cammini su selciati da asfaltare, avanzi a
zigzag per evitare l' immondizia. Oggi la città è strozzata da una nuova
emergenza: la jacquerie , la rivolta spontanea, senza partiti né
sindacati, che ha preso il nome immaginifico di «Movimento dei forconi» e
firma comunicati come questo, scritto tutto maiuscolo: «È INIZIATA LA
RIVOLUZIONE IN SICILIA! STANOTTE TUTTI I TIR AI PRESIDI! GRIDIAMO FORTE
L' INDIGNAZIONE CONTRO UNA CLASSE POLITICA DI NEPOTISTI E LADRONI!».
Sono camionisti, contadini, pescatori. Bloccano i rifornimenti alla
città: vuoti e quindi chiusi i distributori di benzina, nei supermercati
cominciano a mancare frutta e verdura. Ce l' hanno con tutti, da
Lombardo a Sarkozy, da Cammarata alla Merkel, con Roma e con Bruxelles. I
camionisti, molti con il ritratto di Padre Pio sul cruscotto, chiedono
aiuti per il gasolio. I contadini vogliono più controlli sui prodotti
stranieri e più sussidi per i propri: «Vendiamo il grano a 23 centesimi
il chilo, paghiamo il pane a 3 euro e 50». I pescatori hanno occupato l'
ingresso del porto per denunciare che le norme europee impediscono il
lavoro, il pescespada è specie protetta, il novellame neanche a
parlarne, «intanto i giapponesi che avrebbero due oceani a disposizione
vengono qui a pescarci sotto gli occhi il tonno migliore». Il capopopolo
che si è inventato il logo si chiama Martino Morsello, ha 57 anni, gira
con un forcone di legno in pugno e firma mail come questa: «IL SISTEMA
ISTITUZIONALE È AL COLLASSO! I POLITICI RUBANO A DOPPIE MANI, E LO
STESSO FANNO I BUROCRATI. LA RIVOLTA DEI SICILIANI È NECESSARIA E
URGENTE. A MORTE QUESTA CLASSE POLITICA COME SI È FATTO CONTRO I
FRANCESI CON IL VESPRO!». Anche se su Facebook lancia proclami
sanguinosi, nella realtà Morsello è un ex assessore socialista di
Marsala, fondatore di un allevamento di orate finito male. Vive in
camper con la moglie. Tre figli, tutti disoccupati. Esposti al prefetto e
processi in corso contro le banche e la Serit, versione isolana di
Equitalia. Una passione per la storia siciliana, in particolare per le
rivolte che, sostiene, scoppiano quasi sempre tra gennaio e marzo: i
Vespri appunto, ma anche i Fasci siciliani. «Nel 1893 qui vicino, a
Caltavuturo, cinquecento contadini che avevano occupato le terre furono
attaccati dai carabinieri. Tredici morti. Esplose una rivolta nazionale.
E sa che giorno era? Il 20 gennaio! Oggi in Sicilia, domani in
Italia!». Boato dei camionisti del presidio. I carabinieri li guardano
con aria interrogativa. Sul camper c' è anche Rossella Accardo, vedova
del capocantiere Antonio Maiorana, madre di Stefano, entrambi scomparsi,
forse uccisi dalla mafia. L' altro figlio, Marco, è caduto dal settimo
piano, non si sa come. Ecco l' ultimo proclama: «NELLE PROSSIME ORE I
MANIFESTANTI AGIRANNO CON MANIERE FORTI PER CHIEDERE AL GOVERNO
REGIONALE I PROVVEDIMENTI ADEGUATI. IL 70% DEL COSTO DEL CARBURANTE È
TASSA CHE ALIMENTA GLI STIPENDI DI POLITICI CORROTTI E MAFIOSI. LA
RIVOLTA DIVENTERA' NAZIONALE».
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Ai blocchi sono partite le prime
coltellate, un venditore ambulante di carciofi ha sfregiato un
camionista. Più che i forconi, la Palermo borghese teme però gli ex
carcerati della Gesip, la società che riunisce le cooperative sociali:
duemila dipendenti, molti reduci dall' Ucciardone, che finora campavano
di lavori socialmente utili. I soldi finiscono a marzo, loro minacciano
di «mettere la città a ferro e a fuoco». L' espressione in questi giorni
si spreca, ma loro hanno già mostrato di intenderla alla lettera,
incendiando i cassonetti dei rifiuti che l' Amia fatica a smaltire: dopo
i fasti delle consulenze d' oro e dei funzionari in vacanza a Dubai, la
municipalizzata è in mano a tre commissari e sull' orlo del fallimento.
L' Amat, l' azienda dei trasporti, attende 140 milioni dal Comune e da
tempo non garantisce la revisione dei bus, come segnala la velenosa
nuvola nera che si alza a ogni fermata come dalla coda di uno scorpione.
La linea di pullman per l' aeroporto ha gasolio per una sola settimana.
I tassisti non lavorano. Pure il museo di arte contemporanea, nuovo di
zecca, è già a rischio chiusura. A quanto ammontino i debiti del Comune
non lo sa nessuno, neppure il sindaco dimissionario, che annuncia una
ricognizione definitiva. Fino a qualche mese fa, una pezza la metteva il
governo Berlusconi. A ogni Finanziaria qualche decina di milioni
arrivava, magari per intercessione di Schifani che, come già i Borboni,
ogni Natale distribuisce ai poveri il pane con la milza della focacceria
San Francesco, marchio esportato in tutta Italia. Ora i soldi sono
finiti, la manovra di agosto ha tagliato i contratti, migliaia di
precari perderanno anche quei 500 euro al mese che non garantivano
futuro, crescita, dignità, ma almeno sopravvivenza. E Morsello col
forcone ha buon gioco a dettare alle agenzie: «IL MOVIMENTO CHIAMA A
RACCOLTA TUTTI I SICILIANI PER LIBERARE LA SICILIA DALLA SCHIAVITU' DI
QUESTA CLASSE POLITICA!».
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