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venerdì 20 gennaio 2012

In Sicilia è rivolta dei forconi, a Roma è rivolta dei tassì.

Rassegna stampa online sulla rivolta dei forconi -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-

New manifestations of indignation yesterday.
[RAINEWS24]
Carburante esaurito e negozi svuotati. La "rivolta dei forconi" blocca la Sicilia.
Continua in Sicilia la "rivolta dei forconi". Prosegue l'assedio dei Tir su strade e porti, mercati e raffinerie, mentre i banconi dei negozi si svuotano e i distributori di carburante restano a secco. In campo almeno fino a venerdì autotrasportatori e pescatori, operai e agricoltori, braccianti e disoccupati, tutti uniti contro alcune norme europee, gli alti tassi delle banche, il lavoro che manca, il Sud penalizzato, le accise delle raffinerie incassate dallo Stato anziché dalla Regione.  Oggi è il terzo giorno del blocco dei Tir, proclamato dal movimento 'Forza d'urto, sigla che raccoglie i camionisti aderenti all'Associazione imprese autotrasportatori siciliani, agricoltori riuniti sotto la sigla di 'Movimento dei forconi' e pescatori. Bloccate anche strade, ferrovie e porti.
[ANSA.it
Governo apre a tassisti

Secondo i sindacati di categoria, l'incontro a palazzo Chigi e' stato positivo.
L'incontro con il governo è stato positivo. E' il giudizio dei sindacati dei tassisti dopo l'incontro a palazzo Chigi in cui, come riportano le sigle sindacali,"il segretario generale ha assicurato che le proposte avanzate dai sindacati (alcune delle quali indubbiamente ragionevoli) saranno valutate collegialmente dal Cdm". ''Vergogna, non torniamo al lavoro''. I tassisti riuniti a Circo Massimo non hanno accolto favorevolmente l'invito da parte dei sindacati a riprendere il servizio dopo l'incontro col governo. Alcuni sindacalisti sono stati costretti a scendere dal palco tra spintoni e urla. Dopo fischi e petardi i tassisti hanno bloccato il traffico.
Erano tre i punti 'caldissimi' su cui verte il confronto tra Governo e tassisti, riconvocati questa mattina a Palazzo Chigi alle 12. No delle 23 sigle sindacali alla competenza dell'Autorita' delle reti sulla concessione di nuove licenze: per le nuove licenze dovranno essere sentite le organizzazioni sindacali previo il parere dei sindaci competenti. No ancora alla extra-territorialita', il titolare dell'auto bianca potra' esercitare il servizio nel solo comune dove e' stata rilasciata la licenza. No, infine, alle licenze plurime, secondo i sindacati dei tassisti, il titolare deve possedere una sola licenza. Queste le modifiche alla bozza del dl liberalizzazioni, nella parte che riguarda il servizio di mobilita' urbana, che sono state presentate dal parlamentino delle auto bianche al Governo e che verranno discusse nel nuovo incontro odierno.
Gli emendamenti alla bozza di decreto fanno riferimento alla legge 21/92 che regola finora il servizio di mobilita' urbana. Per l'incremento del numero delle licenze, ove ritenuto necessario, devono essere ''consultate le organizzazioni sindacali e associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale e previo assenso dei sindaci interessati''. La possibilita' ai titolari della licenza di essere sostituiti alla guida da chi ne abbia i requisiti ''non costituisce titolo preferenziale per il rilascio di nuove licenze''. Anche nella maggiore flessibilita' nell'organizzazione degli orari di lavoro e nella fissazione delle tariffe e' prevista l'intesa dei sindaci interessati con le organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative. Resta per i comuni l'obbligo di determinare annualmente le tariffe massime e comunque in relazione ai costi di esercizio.

[Corrieire della Sera
Palermo «Capitale» senza speranza ora impugna i forconi e dà la caccia ai politici Cronaca di un fallimento
E' iniziata la Rivoluzione! Stanotte tutti i Tir ai presidi! Gridiamo forte l'indignazione contro una classe politica di nepotisti e ladroni!
PALERMO - Palermo è fallita. E non per i debiti. Per la mancanza di prospettive, di speranze. Restano rabbia e dolore, cui un capopopolo scaltro e disperato ha dato un simbolo: i forconi. Prendiamo il sindaco, Diego Cammarata, che si è dimesso lunedì scorso. Ha governato per dieci anni la quinta città italiana, la capitale di un' isola-nazione conosciuta nel mondo intero, e nessuno se n' è accorto. Sui quotidiani nazionali finì solo quando Striscia intervistò il dipendente pagato dal Comune per tenergli la barca. «Il peggior sindaco di tutti i tempi» ha sentenziato il presidente della Regione, Lombardo. Ma no, Cammarata non è stato neppure il peggiore. Semplicemente, non è stato. Fu eletto in quanto famiglio di Micciché, famiglio di Dell' Utri, famiglio di Berlusconi. « Nuddu ammiscatu cu' nenti » lo definisce un ambulante al mercato del Capo: il Nulla. Poi ride spalancando la bocca sdentata. La prima azienda è la Regione: 28 mila dipendenti, precari compresi. La seconda è il Comune: 19 mila. Un apparato produttivo da Nord Africa, costi burocratici da Nord Europa. La Palermo del 2012 ha angoli di bellezza struggente e altri da Terzo Mondo. Impossibile restituire con le parole l' incanto dei mosaici della Cappella Palatina appena restaurati; poi esci, entri nei vicoli, e a duecento metri dalla sede del Parlamento più antico e più pagato al mondo ti inoltri tra le macerie dei bombardamenti del ' 43, entri in una stalla con abbeveratoio, biada e tutto, cammini su selciati da asfaltare, avanzi a zigzag per evitare l' immondizia. Oggi la città è strozzata da una nuova emergenza: la jacquerie , la rivolta spontanea, senza partiti né sindacati, che ha preso il nome immaginifico di «Movimento dei forconi» e firma comunicati come questo, scritto tutto maiuscolo: «È INIZIATA LA RIVOLUZIONE IN SICILIA! STANOTTE TUTTI I TIR AI PRESIDI! GRIDIAMO FORTE L' INDIGNAZIONE CONTRO UNA CLASSE POLITICA DI NEPOTISTI E LADRONI!». Sono camionisti, contadini, pescatori. Bloccano i rifornimenti alla città: vuoti e quindi chiusi i distributori di benzina, nei supermercati cominciano a mancare frutta e verdura. Ce l' hanno con tutti, da Lombardo a Sarkozy, da Cammarata alla Merkel, con Roma e con Bruxelles. I camionisti, molti con il ritratto di Padre Pio sul cruscotto, chiedono aiuti per il gasolio. I contadini vogliono più controlli sui prodotti stranieri e più sussidi per i propri: «Vendiamo il grano a 23 centesimi il chilo, paghiamo il pane a 3 euro e 50». I pescatori hanno occupato l' ingresso del porto per denunciare che le norme europee impediscono il lavoro, il pescespada è specie protetta, il novellame neanche a parlarne, «intanto i giapponesi che avrebbero due oceani a disposizione vengono qui a pescarci sotto gli occhi il tonno migliore». Il capopopolo che si è inventato il logo si chiama Martino Morsello, ha 57 anni, gira con un forcone di legno in pugno e firma mail come questa: «IL SISTEMA ISTITUZIONALE È AL COLLASSO! I POLITICI RUBANO A DOPPIE MANI, E LO STESSO FANNO I BUROCRATI. LA RIVOLTA DEI SICILIANI È NECESSARIA E URGENTE. A MORTE QUESTA CLASSE POLITICA COME SI È FATTO CONTRO I FRANCESI CON IL VESPRO!». Anche se su Facebook lancia proclami sanguinosi, nella realtà Morsello è un ex assessore socialista di Marsala, fondatore di un allevamento di orate finito male. Vive in camper con la moglie. Tre figli, tutti disoccupati. Esposti al prefetto e processi in corso contro le banche e la Serit, versione isolana di Equitalia. Una passione per la storia siciliana, in particolare per le rivolte che, sostiene, scoppiano quasi sempre tra gennaio e marzo: i Vespri appunto, ma anche i Fasci siciliani. «Nel 1893 qui vicino, a Caltavuturo, cinquecento contadini che avevano occupato le terre furono attaccati dai carabinieri. Tredici morti. Esplose una rivolta nazionale. E sa che giorno era? Il 20 gennaio! Oggi in Sicilia, domani in Italia!». Boato dei camionisti del presidio. I carabinieri li guardano con aria interrogativa. Sul camper c' è anche Rossella Accardo, vedova del capocantiere Antonio Maiorana, madre di Stefano, entrambi scomparsi, forse uccisi dalla mafia. L' altro figlio, Marco, è caduto dal settimo piano, non si sa come. Ecco l' ultimo proclama: «NELLE PROSSIME ORE I MANIFESTANTI AGIRANNO CON MANIERE FORTI PER CHIEDERE AL GOVERNO REGIONALE I PROVVEDIMENTI ADEGUATI. IL 70% DEL COSTO DEL CARBURANTE È TASSA CHE ALIMENTA GLI STIPENDI DI POLITICI CORROTTI E MAFIOSI. LA RIVOLTA DIVENTERA' NAZIONALE».