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lunedì 20 febbraio 2012

Ingroia: “Sono un partigiano della Costituzione”. E il Pdl parte all’attacco!

Al congresso dei Comunisti italiani: "Fra chi difende la Carta e chi ogni giorno cerca di violarla so da che parte stare" -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-

[il fatto quotidiano] Il sostituto procuratore della Repubblica di Palermo interviene al congresso dei Comunisti italiani: "Fra chi difende la Carta e chi ogni giorno cerca di violarla, violentarla, stravolgerla, so da che parte stare". Ma dalla maggioranza arriva un coro di critiche. Gasparri chiede l'intervento del Parlamento. Stracquadanio: "Il Csm intervenga"

”Un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni -e non sempre certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere lo è – ma io confesso non mi sento del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano. Partigiano non solo perché sono socio onorario dell’Anpi, ma sopratutto perché sono un partigiano della Costituzione. E fra chi difende la Costituzione e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgerla, so da che parte stare”. Antonio Ingroia, sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, si “confessa” intervenendo a Rimini al sesto congresso del partito dei Comunisti italiani. “Ho accettato l’invito di Oliviero Diliberto pur prevedendo le polemiche che potrebbero investirmi per il solo fatto di essere qui – ha esordito il magistrato di Palermo dal palco dell’assise del Pdci – ma io ho giurato sulla Costituzione democratica, la difendo e sempre la difenderò anche a costo di essere investito dalle polemiche”.

E infatti le polemiche non hanno tardato ad arrivare. “Ringraziamo il dottor Ingroia per la sua chiarezza. Sappiamo che le vicende più delicate riguardanti i rapporti tra mafia e politica stanno a Palermo nelle mani di pm contrassegnati dalla massima imparzialità”, ha scritto in una nota Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. Immediata anche la presa di posizione del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri secondo cui le parole di Ingroia sono “gravi e inquietanti” e “confermano l’animo militante di alcuni settori della magistratura”. Da persone così – dice Gasparri – invece che comizi politici ci saremmo attesi le scuse per aver fatto di Ciancimino jr una icona antimafia quando invece organizzava traffici illeciti e nascondeva tritolo in casa”.