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mercoledì 11 gennaio 2012

La prossima batosta morale?

L'articolo 18 e i tentativi di modifica. 
 -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-
The prime minister Mario Monti not has
denied any plans to reform the Workers' Statute
to support the development
Sempre nell'intervista a Che Tempo Che Fa, Monti dice:«L’atteggiamento mentale del governo è quello di ritenere che nulla debba essere considerato un tabù», perché «c’è disperato bisogno non di simboli ma di lavoro non precario» e dunque bisogna procedere, misurando «gli effetti sulla competitività e sui durevoli posti di lavoro». Insomma bisogna «mediare per creare vera occupazione». Morale della storia: il governo va avanti nella direzione indicata da Elsa Fornero, anche perché - questo il senso - le riforme in gestazione servono a creare più posti di lavoro (e più stabili) per i giovani, anche a costo di intaccare vecchie tutele. 
Monti ha insomma fatto capire di voler tirare dritto sulla annunciata riforma del lavoro e in parte anche sulla controversa abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. [la Stampa.it]
 

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COSA DICE L'ARTICOLO 18. [rai tg1.it]

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori afferma che il licenziamento è valido se avviene per giusta causa o giustificato motivo. In assenza di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro. 

L'INDENNITA'. In alternativa alla reintroduzione, il dipendente può accettare un'indennità pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio, o un'indennità crescente con l'anzianità di servizio. Il lavoratore può comunque presentare ricorso d'urgenza contro il provvedimento e ottenerne la sospensione fino alla conclusione del procedimento, della durata media di 3 anni.

AZIENDA CON 15 DIPENDENTI. Nelle aziende che hanno fino a 15 dipendenti, se il giudice dichiara illegittimo il licenziamento, il datore può scegliere se riassumere il dipendente o pagargli un risarcimento. Può quindi rifiutare l'ordine di riassunzione conseguente alla nullità del licenziamento. La differenza fra riassunzione e reintegrazione è che il dipendente perde l'anzianità di servizio e i diritti acquisiti col precedente contratto (tutela obbligatoria).

LO STATUTO DEI LAVORATORI. Lo Statuto dei lavoratori è la legge n. 300 del 20 maggio 1970, recante "Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento". Si tratta di una delle norme principali del diritto del lavoro italiano, scritta da una Commissione voluta da Giacomo Brodolini al cui timone c'era Gino Giugni, conosciuto come il padre dello Statuto.

BASE DEL DIRITTO DEL LAVORO. La sua introduzione provocò modifiche sia sul piano delle condizioni di lavoro che su quello dei rapporti fra i datori di lavoro, i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali; ad oggi di fatto costituisce, a seguito integrazioni e modifiche, l'ossatura e la base di molte previsioni ordinamentali in materia di diritto del lavoro in Italia.

I TENTATIVI DI MODIFICA. Sull'articolo 18 è stato proposto il 21 maggio 2000 un referendum abrogativo che non ha però raggiunto il quorum. Il 15 e 16 giugno 2003 è stato invece tentato un referendum sull'abrogazione delle norme che stabiliscono limiti numerici ed esenzioni per l'applicazione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori ma anche in questo caso non è stato raggiunto il quorum.

PROPOSTA ICHINO. Tra le proposte di riforma più recenti c'è quella del 2008 del giuslavorista e senatore del Pd, Pietro Ichino. Questa punta su un contratto di lavoro unico per tutti i nuovi assunti, in aziende di ogni dimensione, con garanzie crescenti nel corso del tempo. Riafferma la protezione contro i licenziamenti arbitrari e ritorsivi, per motivi politici, sindacali, di genere. E ammette la possibilità di licenziare in caso di crisi economica comprovata dell'azienda, ma in cambio di indennità molto più consistenti e durature di quelle attuali.

FLEXSECURITY. L'obiettivo è di accompagnare il lavoratore licenziato verso un rapido reinserimento nel mercato del lavoro, anche con nuovi ammortizzatori sociali finanziati dalo Stato e dalle imprese: la cosiddetta Flexsecurity. Gli ammortizzatori che dovrebbero accompagnare i lavoratori nelle fasi più difficili sono veri sussidi di disoccupazione decrescenti nel tempo, percorsi di formazione - riqualificazione - aggiornamento, affinché "nessuno sia laciato solo".

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