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giovedì 2 febbraio 2012

Elsa Fornero: «Se non c'è accordo sull'art.18 andremo avanti da soli». Sì, ma dove?!

Marcegaglia condivide ma Susanna Camusso :"Il problema è l'occupazione, non i licenziamenti" -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-

Il ministro Elsa Fornero: "Il governo procederà con o senza il consenso di imprese e sindacati"
Il ministro Sviluppo, Corrado Passera: "la flessibilità in uscita è un tema che va affrontato, tenuto conto che l'obiettivo primario del governo è creare occupazione. Il dialogo è aperto, ma non possiamo permetterci di perdere il treno. Se andremo avanti insieme saremo contenti, in caso contrario il governo cercherà comunque di fare la riforma. Va data risposta a coloro che hanno subito esclusioni e non hanno avuto prospettive appiattendosi su precarietà e basse aspirazioni".

Fornero avrebbe sostenuto la necessità di abolire la norma sul reintregro dei lavoratori nei casi di crisi aziendale, sostituendola con un'indennità. 
Confindustria con Emma Marcegaglia da via libera
Il capo della Cisl Raffaele Bonanni invita il governo ad essere più cauto sul'articolo 18.
Susanna Camusso :"Il problema è l'occupazione, non i licenziamenti"

mercoledì 11 gennaio 2012

La prossima batosta morale?

L'articolo 18 e i tentativi di modifica. 
 -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-
The prime minister Mario Monti not has
denied any plans to reform the Workers' Statute
to support the development
Sempre nell'intervista a Che Tempo Che Fa, Monti dice:«L’atteggiamento mentale del governo è quello di ritenere che nulla debba essere considerato un tabù», perché «c’è disperato bisogno non di simboli ma di lavoro non precario» e dunque bisogna procedere, misurando «gli effetti sulla competitività e sui durevoli posti di lavoro». Insomma bisogna «mediare per creare vera occupazione». Morale della storia: il governo va avanti nella direzione indicata da Elsa Fornero, anche perché - questo il senso - le riforme in gestazione servono a creare più posti di lavoro (e più stabili) per i giovani, anche a costo di intaccare vecchie tutele. 
Monti ha insomma fatto capire di voler tirare dritto sulla annunciata riforma del lavoro e in parte anche sulla controversa abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. [la Stampa.it]
 

lunedì 9 gennaio 2012

La nuova apparizione di Monti a "Che Tempo Che Fa".


Monti a "Che tempo che fa": «Non servono altre manovre, l'Italia non è così a rischio. Niente danneggia la percezione dell'Italia all'estero quanto l'evasione»  -Guarda le MAGLIETTE e i POSTER di Basfardo-
Monti in a tv interview defends
the richness as a value.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, nella trasmissione “Che tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio: “La situazione italiana  non è così negativa. Anzi al netto degli interessi sul debito pubblico il nostro Paese ha un avanzo primario del 5% per il 2011, una situazione che ci pone in una situazione di privilegio rispetto ad altri Paesi; la nostra è una crisi di sistema”. “Il nostro sistema bancario non è a rischio, non ci sono istituti di credito a rischio default”. 
Afferma poi di essere in disaccordo con la Gran Bretagna e la Germania decise a non far introdurre la tassa sulle transazioni finanziarie. Il premier ha poi toccato il capitolo “fisco con la promessa di intervenire personalmente per regolare i rapporti di collaborazione con i paradisi fiscali. Sull'operazione Cortina ha poi precisato: “Operazioni come queste hanno il significato simbolico di una lotta seria all'evasione fiscale. Niente danneggia la percezione dell'Italia all'estero, quanto l'evasione fiscale. Il nostro è un Paese ricco, perché la visibilità della ricchezza è evidente, al netto dell'alto debito pubblico. Serve un rispetto per la ricchezza e lotta senza quartiere all'evasione fiscale. (...) Bisogna rispettare la ricchezza che è un valore a condizione che sia il risultato di un merito, di uno sforzo produttivo e di talento. Il profitto del monopolista e di imprese che si arricchiscono alle spalle del consumatore invece deve essere represso. Negli Stati Uniti si va in carcere, in Europa no, dobbiamo renderci conto che evadendo le tasse paga l'intera collettività”.